Abitare i vicoli e “le case” a L’Aquila post-sisma. Diritto alla città e spazi di desiderio tra gli adolescenti

Autori

  • Rita Ciccaglione

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada20171343%25p

Parole chiave:

capitalismo dei disastri, urbanesimo neoliberale, diritto alla città, produzione di spazi, adolescenti

Abstract

Si propone un’analisi dello spazio del centro storico de L’Aquila, città colpita da sisma il 6 aprile 2009, in relazione alle trasformazioni che la catastrofe e la sua gestione hanno comportato nella morfologia della città e alle pratiche dell’abitare. Nella vicenda del terremoto aquilano, esempio di capitalismo dei disastri in cui la catastrofe diviene legittimante per la proclamazione della crisi, il management dell’emergenza produce la creazione di nuove aree urbanizzate e la costituzione di una zona rossa per il centro storico, momento distruttivo su cui costruire processi di neoliberalizzazione. Tuttavia, una creatività alternativa nasce per rivendicare il valore d’uso dello spazio del centro e il diritto alla città. Gli adolescenti dai 14 ai 19 anni mettono in atto forme di appropriazione dei luoghi che producono spazi di desiderio. Occupare temporaneamente le case da ricostruire, il writing sui muri dei palazzi servono a “sentirsi a casa tra i vicoli” e il rap a riempirne il silenzio.

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Pubblicato

2017-12-21