La soglia degli affetti: considerazioni sull’attribuzione del nome e la costruzione sociale della persona

Autori

  • João de Pina Cabral

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada2005136%25p

Abstract

Questo saggio è dedicato ad alcuni aspetti del processo di attribuzione del nome ai bambini, sulla base di un lavoro svolto in ambienti urbani lusofoni in Brasile e in Portogallo2. In tali contesti, come anche in altri ambiti socioculturali, l’attribuzione del nome implica una dinamica relazionale che ha forti implicazioni per coloro che, attraverso questo atto, stabiliscono un rapporto effettivo con il bambino. In questo senso, l’attribuzione del nome è un momento chiave nel consolidamento di legami affettivi tra parenti che si prolungheranno anche dopo la morte delle singole persone coinvolte – si tratta di ciò che ho definito altrove “identità continuate” (Pina Cabral 1991, pp. 171-172;2003, pp. 122 sgg.). I nomi funzionano come segni di relazioni affettive e, di conseguenza, come segnalatori emozionali: come tutti sappiamo, il proprio nome possiede fortissime potenzialità evocative.

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