Soggettività devianti: le confessioni di stregoneria in Ghana in epoca coloniale

Autori

  • Alessandra Brivio

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada20181392151-172

Parole chiave:

culti antistregoneria, confessioni, genere, sessualità, Ghana

Abstract

Nei primi decenni del secolo scorso, in Ghana, i casi e le accuse di stregoneria aumentarono in modo sensibile e divennero una questione quasi esclusivamente femminile. Ciò fu accompagnato dal diffondersi di alcuni culti ritenuti in grado di identificare i colpevoli e quindi curarli. Le donne adottarono strategie differenti nei confronti delle accuse rivolte nei loro confronti; alcune si ribellarono apertamente mentre altre fecero proprio lo sguardo esterno, dei familiari e della comunità, e confessarono, non senza drammatiche contraddizioni, di essere delle streghe e di avere compiuto delitti efferati. Attraverso l’analisi delle fonti di archivio, (trascrizioni di processi e resoconti delle indagini degli amministratori coloniali) e di alcune fonti secondarie, quali le trascrizioni delle confessione, raccolte dall’antropologa coloniale M. Field, si vuole qui discutere il significato della pratica della confessione come strumento per cercare di normalizzare i comportamenti e la sessualità femminili che in quegli anni apparivano sempre più eccentrici.

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Pubblicato

2018-03-28

Fascicolo

Sezione

Articoli