Semantiche del terrore, della morte e della speranza nell’Est del Congo (Ituri, Kivu)

Autori

  • Roberto Beneduce Università degli Studi di Torino

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada2008157%25p

Abstract

Due definizioni di immaginario saranno tenute presenti in queste pagine, rivolte ad analizzare il senso della violenza nella Repubblica Democratica del Congo (d’ora innanzi RDC o semplicemente Congo): l’una risalente a Castoriadis (1975, p. 245), per il quale l’immaginario contiene il razionale secondo una relazione indistinta e fondamentale, anzi ne è funzione e forma; l’altra a Deleuze. La prima è qui ripresa soprattutto nella formulazione offertane da Mbembe (2000, p. 203): “un insieme di segni interrelati che si presentano, in qualunque circostanza, come significato indiscutibile e indiscusso”. La seconda riconosce il carattere per eccellenza dell’immaginario nell’impossibilità di discernere, al suo interno, fra reale e irreale (Deleuze 1990, p. 92).

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