Antropologia, immaginazione morale e pratica etica

Autori

  • Mark Goodale

DOI:

https://doi.org/10.14672/ada2008163%25p

Abstract

Gli antropologi hanno tradizionalmente trascurato moralità e giustizia come oggetti di studio etnografico e teoria etnologica. Questa evidente lacuna è certamente peculiare nel contesto intellettuale, e non senza conseguenze, specialmente se si considera che gli antropologi del ventunesimo secolo si confrontano con problematiche contemporanee in cui la normatività in generale costituisce un’implicazione fondamentale. Tali problematiche includono l’espandersi di un movimento transnazionale dei diritti umani (soprattutto a seguito della fine della guerra fredda), le crescenti e aggressive campagne di conversione religiosa attuate in nuovi spazi e con nuove modalità nei paesi in via di sviluppo, il tentativo di creare un regime legale internazionale attraverso istituzioni come la Corte Penale Internazionale, e, più recentemente, l’implementazione di imponenti operazioni militari e interventi politici – per esempio a opera degli Stati Uniti attraverso il linguaggio della crociata morale. Considerato il fallimento nel produrre – mediante le sue piroette teoriche – un quadro epistemologico capace di comprendere e spiegare la crescente normatività nel contesto sociale contemporaneo, l’antropologia si è trovata ad affrontare i dibattiti attorno a tali problematiche con un repertorio discorsivo povero e claudicante.

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