Comparatismi https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi Rivista della <a href="https://www.consultaletteraturecomparate.it/" target="_blank">Consulta di Critica letteraria e Letterature comparate</a> Ledizioni it-IT Comparatismi 2531-7547 <p><a href="http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" rel="license"><img style="border-width: 0;" src="http://i.creativecommons.org/l/by/4.0/88x31.png" alt="Creative Commons License" /></a><br />Tutto il contenuto del sito, compresi gli articoli della rivista, sono licenziati secondo una <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" rel="license">Creative Commons Attribution 4.0 Unported License</a>, eccetto dove espressamente indicato.</p><p>Gli autori mantengono il copyright sui propri articoli e materiali supplementari senza restrizioni e mantengono il diritto di pubblicazione senza restrizioni.</p> Le sorprese della divulgazione https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2299 <p style="font-weight: 400;">Da circa trent’anni la critica letteraria vive una crisi identitaria e funzionale, riconosciuta dai maggiori protagonisti (Cesare Segre, Marco Santagata, Mario Lavagetto, Giulio Ferroni). È soprattutto una questione di linguaggio, come sappiamo dalla pragmatica del filosofo Herbert Paul Grice, che vedrebbe ancora disattese le quattro massime conversazionali proposte per una comunicazione efficace (modo, relazione, quantità, qualità).</p> <p style="font-weight: 400;">Negli ultimi tempi, anche sul modello della storia, la critica letteraria sta iniziando a ragionare sulla comunicazione pubblica della letteratura: quali linguaggi devono essere adottati perché i testi tornino a dare emozioni? L’adattamento linguistico dei classici può essere utile? E in quali forme?</p> Lucia Rodler Copyright (c) 2023 Lucia Rodler https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232299 L’"Iliade" risuona nei "Canti": tracce omeriche in Leopardi https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2300 <div> <p class="Capoverso">Il presente articolo si propone di esaminare il ruolo dell’intertestualità nelle liriche di Giacomo Leopardi, propenso a riportare versi di scrittori di età classica, in particolare quelli dell’<em>Iliade</em>. L'intertestualità, sebbene possa sembrare un semplice plagio, è una pratica che arricchisce la struttura e il significato dei testi, in accordo con le teorie di Gérard Genette.&nbsp; La mia ricerca prende in esame le principali citazioni intertestuali di Omero nei <em>Canti</em> di Leopardi, confrontando filologicamente i due testi e cercando di tracciare i fili che collegano il nativo di Smirne al Poeta recanatese con il contributo di altri filologi. Lo scopo è chiarire come queste relazioni agevolino la comprensione delle opere di Leopardi alla luce dell'influenza di Omero.</p> </div> Daniele Guadagno Copyright (c) 2023 Daniele Guadagno https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232300 Dove si trova il Narratore? https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2301 <div> <p class="Capoverso">Una delle preoccupazioni maggiori per i lettori della <em>Recherche</em> è comprendere in che rapporto temporale stia il Narratore rispetto ai fatti raccontati. In questo saggio propongo di considerare il Narratore come esterno al tempo del racconto, e anzi quale suo punto fondativo: in termini husserliani, si pone da coscienza trascendentale in grado di donare unità all’intero vissuto e alle vicende del libro, ricreandole narrativamente senza limitarsi a una ricostruzione memoriale. Ciò consente anche di spiegare come egli possa attingere a informazioni altrimenti inaccessibili, quali gli stati di coscienza di alcuni protagonisti (es. la morte di Bergotte).</p> </div> Giorgio Fontana Copyright (c) 2023 Giorgio Fontana https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232301 Nel fondo scuro e misterioso https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2273 <p>Negli ottant’anni che separano l’avvento della psicoanalisi da quello dei gender studies, la rappresentazione melodrammatica dell’identità di genere ha percorso pendolarmente innumerevoli volte lo spazio vischioso che separa l’euforia e la disforia, le due emozioni primarie connesse all’auto-percezione del sé, che, come tutte le emozioni, sono una mediazione tra affetto e significazione culturale, tra istinto e cognizione. Analizzando alcuni testi contemporanei, entro quella singolare forma di mitopoiesi che è la costruzione melodrammatica del personaggio, assisteremo all’introduzione di elementi di un’<em>euforia&nbsp;</em>entropica che fanno della costruzione della propria identità e della pro-creazione una ri-creazione (nel doppio senso di sospensione affrontata con leggerezza e di ricostruzione profonda di sé) che implica sempre l’elaborazione (per simpatia o per contrasto) di uno speculare e consustanziale, a volte disforico, desiderio di decostruzione/distruzione, anestesia, annullamento (<em>cupio dissolvi</em>).</p> Fabio Vittorini Copyright (c) 2023 Fabio Vittorini https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232273 Disgusto come sovversione https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2274 <p><span class="s9">Il saggio analizza l’emozione del disgusto per come è stata intesa e utilizzata in ambito artistico dalle avanguardie del primo Novecento e dalle neoavanguardie degli anni Sessanta</span><span class="s9">.</span><span class="s9"> In particolare, l’intervento mostra in che modo questi movimenti, attraverso un uso politico del disgusto, abbiano operato in maniera sovversiva rispetto al mercato dell’arte, e, più in generale, come si siano opposti all’idea di autonomia del fatto estetico nata con l’avvento al potere della borghesia.</span></p> Federico Fastelli Copyright (c) 2023 Federico Fastelli https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232274 Stimulation of Anger in the Narrative about Social Conflicts and Violence: The Case of "Gomorra" https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2275 <p style="font-weight: 400;">Anger is the emotion that undermined the bipolar models of analysis (Carver, White, 1994), based on valence as a distinction for the differentiation between homogeneous groups of basic emotions, favoring models with discrete emotions or their fusion (Nabi, 1999; 2010. Dillard, Peck, 2001). Anger, despite being a negative emotion, which should therefore activate “the behavioral inhibition system” (BIS), instead generates an active reaction, that is, it stimulates the “behavioral approach system” (BAS). This already appeared clear in the pioneering study conducted by Greimas on anger (Greimas, [1983] 1987), placed within the work dedicated to the modalizations of the subject. From the modal point of view, in fact, anger can be defined as the coexistence of the modalization of wanting-to-do and not-being-able-to-do which generates a state of frustration, in turn followed by active behavior.</p> <p style="font-weight: 400;">The process that provides for (i) realistic narration of social degradation, (ii) stimulation of the state of frustration in the reader, (iii) activation of behaviors and practices of social reaction to the state of degradation, therefore, is the basis of all those cultural policies which are based on the dissemination of social-themed narratives with the aim of raising public awareness. This narrative should favor, together with the process of empathic identification, the understanding of phenomena of social degradation, and the formulation of moral judgments in line with the perspective of an active reaction to such phenomena as a collective problem.</p> <p style="font-weight: 400;">This paper presents a case study conducted on Roberto Saviano’s book <em>Gomorra</em>, which inaugurated the narrative current of the “New Italian Realism” and which is historically connected to a tradition of realism that originated in the post-war period. Saviano’s nonfiction novel, which has favored a reaction to phenomena of social degradation connected to organized crime, is an interesting persuasive model for the study of narrative strategies that support the involvement of public opinion.</p> <p><span style="font-weight: 400;">This paper also presents the results of an experimental study of an exploratory nature, aimed to research basic knowledge on narrative strategies for the stimulation of anger as a factor in raising awareness of public opinion. The experiment is conducted in within mode on a small group of university students, randomly selected based on their willingness to participate. The experimental setting is a biometrics laboratory made up of Tobii Spectrum 300 desk stations, where the subjects read in desk mode, using the Tobii Pro Lab software, the story from the book <em>Gomorra</em> called Hollywood, and watch the film version of the same story made by Matteo Garrone. During reading and video reading, eye tracking data is collected and facial reaction is processed with the Noldus Face Reader software. At the end of the reading, a Narrative Transportation Scale (Green, Brock, 2000; 2002) is administered which evaluates identification and emotional involvement of the reader, and a focus group is created on the emotional reaction by analyzing the parameters (phenomenological, physiological, expressions, behaviors and emotional motivations) of Roseman’s model (2001). The aim of the study is to identify which narrative and discursive structures are more closely connected to the activation of the emotional state of anger, and if there are substantial differences between the verbal and visual code in the activation of anger, starting from the same basic narrative structure and thematic content.</span></p> Toni Marino Copyright (c) 2023 Toni Marino https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232275 Scritture della vergogna https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2276 <p><span class="s10">La rappresentazione letteraria </span><span class="s10">dell’abuso sessuale</span><span class="s10"> ha da sempre dovuto fare i conti con le norme e con l’immaginario di una cultura che, anche nel caso di quella europeo-occidentale, non ha saputo configurarsi altrimenti che patriarcale e sessista. </span><span class="s10">Attraverso il </span><span class="s10">detto e </span><span class="s10">il </span><span class="s10">non detto, nella caratterizzazione degli stessi personaggi e nelle dinamiche delle vicende narrate confluiscono difatti una serie di istanze culturali affianco ad esigenze e strategie estetiche e narrative degli autori e delle autrici: istanze con le quali lo spazio testuale </span><span class="s10">chiama</span><span class="s10"> apertamente in causa il pubblico</span><span class="s10">, i critici e</span><span class="s10"> i lettori. Partendo da queste riflessioni, il presente contributo intende </span><span class="s10">focalizzarsi </span><span class="s10">sul tema più specifico della vergogna delle vittime</span><span class="s10"> di stupro</span><span class="s10">, ovvero su una reazione emotiva scandalosamente attuale che implicitamente fa dialogare il piano letterario con quello testimoniale, l’arte con la storia e con l’attualità</span><span class="s10">,</span><span class="s10"> evidenziando le specificità, e quindi anche delle crepe e delle controtendenze nel discorso letterario tra Otto- e Novecento. &nbsp;</span></p> Nora Moll Copyright (c) 2023 Nora Moll https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232276 Emozioni e tormentoni musicali https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2277 <p><span class="s10">A partire dai quarant’anni di </span><em><span class="s11">Vamos a la playa</span></em><span class="s10"> (1983) dei Righeira, l’articolo esamina la relazione tra emozioni e tormentoni. Il termine italiano tormentone indica una canzone orecchiabile, con forte impatto mediatico e che si impone sull’ascoltatore. Un esempio di industria culturale che però si presenta come lavoro estetico in grado di creare atmosfere emozionalmente connotate. &nbsp;</span></p> Tiziana Pangrazi Copyright (c) 2023 Tiziana Pangrazi https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232277 Emotional numbing: neurocognitivismo e narrazione https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2279 <p>L’<em>emotional numbing &nbsp;</em>(ottundimento emotivo) è un termine utilizzato per descrivere la limitata reattività emotiva di un individuo con inevitabili ricadute su processi decisionali, schemi d’azione e modelli predittivi. Sulla base della teoria cognitivista del marcatore somatico formulata da Antonio Damasio – secondo cui il processo decisionale deriva dal ragionamento cognitivo, ma coinvolge anche il corpo e le emozioni – questo contributo delinea un’ipotesi non esaustiva relativamente al modo in cui a partire dalla fine dell’Ottocento è stato rappresentato l’<em>emotional numbing&nbsp;</em>nelle narrazioni romanzesche.</p> Valentina Conti Copyright (c) 2023 Valentina Conti https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232279 La rappresentazione delle emozioni nella complessità narrativa di "Grey’s Anatomy" https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2280 <p style="font-weight: 400;">The essay analyses the way in which emotions are represented within the new international media landscape, through the American television series <em>Grey’s Anatomy</em>, conceived by Shonda Rhimes and still broadcast today since 2005. Seasons after seasons, <em>Grey's Anatomy</em> presents itself as an antidote to cynicism and indifference, representing the primary emotions painted through a strong bodily and visual component. Initially the emotions bring imbalance within the universe of the protagonist Meredith, who is confronted with the cumbersome image of a mother-surgeon, selfish and perfectionist, and an absent and weak alcoholic father: her inability to create positive bonds and her fear of abandonment will change towards a positive and at the same time always restless dimension which will be represented through the desire transposed in the narration.</p> Francesca Medaglia Copyright (c) 2023 Francesca Medaglia https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232280 Le labirintiche repulsioni https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2281 <div> <p class="Capoverso">L’articolo si propone di analizzare la grammatica emozionale del disgusto a partire da alcune rappresentazioni letterarie dello spazio fognario: <em>Les Mystères de Paris</em> (1842) di Eugène Sue; <em>Les Misérables</em> (1862) di Victor Hugo; <em>Il ventre di Napoli</em> (1884) di Matilde Serao; <em>Sussi e biribissi</em> (1902) di Paolo Lorenzini; <em>It </em>(1987) di Stephen King. Opere, queste, in cui le fogne si configurano quali zone liminali e ipostasi di una cognizione ctonia che vede l’emozione del disgusto guidare il <em>mapping</em> dello spazio fognario stesso, in un’ineludibile rispondenza tra psiche e soma. Ne consegue il ruolo preminente del corpo, che nel tratteggiare una rappresentazione ‘organica’ e ‘digestiva’ dello spazio fognario, rende quest’ultimo simulatore della risposta fisiologico emozionale del soggetto.</p> </div> Diego Salvadori Copyright (c) 2023 Diego Salvadori https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232281 Note sul romanzo metaffettivo https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2282 <div> <p class="Capoverso">Tra le peculiarità che distinguono la narrativa “post-postmoderna” da quella postmoderna spicca l’abbandono dei solventi ironici e cinici, sostituiti da una centralità della componente emotiva e della vicinanza empatica. Tale tendenza finzionale entra in sintonia con un’attenzione diffusa che l’accademia, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, ha riservato alla sfera affettivo-emozionale e a come essa interviene nella dimensione sociale e storica (Clough, 2007). Ciononostante, Rachel Greenwald Smith ha espresso un certo scetticismo di fronte al così battezzato “Affective Turn”, avanzando preoccupazioni in merito a una pericolosa corrispondenza tra la rilevanza emotiva nel fenomeno letterario e lo sfruttamento delle emozioni in qualità di forza lavoro ad opera del neoliberalismo (Greenwald Smith, 2015). Come documentato da Arlie Hochschild (1983), il sistema tardocapitalistico – convertitosi alla produzione immateriale – esercita un perverso ed efficace management emozionale per consentire alcune attività lavorative ormai essenziali all’interno della logica postfordista, quali l’advertising, l’assistenza ai trasporti, il servizio nei punti vendita, etc. La paura di Greenwald Smith, dunque, è quella di rinvigorire la suddetta manovra biopolitica soffocando l’ambito narrativo nell’emotività coercitiva, tanto da suggerire, come risposta antagonista, un ricorso alle emozioni non-umane. Optando per una soluzione intermedia, Ralph Clare ha recentemente coniato la formula di “metaffective fiction” – su esplicito calco della “metafiction” per come l’ha intesa Patricia Waugh – per indicare una particolare configurazione metatestuale atta a riflettere criticamente la propria architettura emozionale, a enfatizzare in piena autocoscienza la rappresentazione delle emozioni di cui è motore, al fine di contrastare la mercificazione affettiva del neoliberalismo e di costituire una valida contronarrazione al discorso egemone (Clare, 2018). Questo contributo, dopo un’introduzione teorica utile a inquadrare sinteticamente il terreno d’indagine sul quale ci si muove, ha come obiettivo quello di analizzare la produzione di David Foster Wallace e di Michel Houellebecq rileggendo alcune delle loro opere principali – <em>Infinite Jest</em>, <em>Brief Interviews with Hideous Men</em>, <em>The Pale King</em>; <em>Extension du domaine de la lutte</em>, <em>Les Particules élémentaires</em>, <em>La carte et le territoire</em>, <em>Sérotonine</em> – alla luce della categoria del “romanzo metaffettivo”. Entrambi gli autori inscenano l’emotività depressiva problematizzandola grazie a movimenti retorici – soprattutto metatattici – che attivano la responsività del lettore e lo stimolano a interrogare il potenziale affettivo di ciò che si racconta.</p> </div> Aldo Baratta Copyright (c) 2023 Aldo Baratta https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232282 Projecting, connecting, reconfiguring https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2283 <div><span lang="EN-US">Nostalgia is an emotion that binds a memory to an emotional component, divided between melancholy and comfort. In comics, nostalgia can be elicited through several thematic, formal, and structural triggers. McGuire’s <em>Here</em> (2014) is a peculiar example of these dynamics. Through a non-chronological, fragmentary progression, the graphic novel tells several mundane moments of millions of years of a corner of the United States, seen from a fixed perspective and occupied mainly by a living room. <em>Here</em> thus shows, on first analysis, a scattered and frayed plot, which implies low narrativity and should result in an anti-nostalgic attitude. However, these effects are countered by an antithetical set of mechanisms that ask to imbue the transitions between panels with meaning and reconstitute the textual network of semantic and plastic echoes, encouraging active reading and producing ambivalent effects for the nostalgic feeling.</span></div> Giorgio Busi Rizzi Copyright (c) 2023 Giorgio Busi Rizzi https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232283 La pietà negata https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2284 <p>Negli ultimi decenni studiosi di teoria letteraria e neuroscienze hanno confermato il legame tra finzioni narrative e sollecitazione empatica, segnalandone anche aspetti paradossali e controversi (Keen, Hoffman e Gottschall), come il pericolo della sovrattivazione empatica e delle reazioni negative alle tecniche letterarie empatizzanti. A partire da queste osservazioni, si avanza la proposta di leggere il genere romanzesco come spazio per la rinegoziazione e la disattivazione selettiva dei rapporti empatici e di cura reciproca precedentemente sanciti dalla norma cristiana, e diventati insostenibili con la fusione delle secolari comunità locali in una sconfinata comunità globale.</p> Valeria Cavalloro Copyright (c) 2023 Valeria Cavalloro https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232284 “TI HO VISTO” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2285 <p>L’articolo prende in esame due testi di Italo Calvino,&nbsp;<em>Gli anni luce </em>e&nbsp;<em>L’avventura di una bagnante</em>, nei quali il sentimento della vergogna si associa alla scoperta di essere visti (e visibili). Nel primo caso, il racconto verrà messo in dialogo con le formulazioni che, ne&nbsp;<em>L’essere e il nulla</em>, permettono a Sartre di porre proprio il fenomeno dello sguardo al centro della relazione del soggetto con l’Altro. Nel secondo racconto, invece, il sentimento della vergogna è legato alla nudità della protagonista: verranno descritte, anche in una prospettiva di genere, le implicazioni tra la nudità del corpo femminile e la presenza di uno sguardo maschile (spesso introiettato). In entrambi i casi si cercherà di far notare come il fenomeno visuale, da cui dipende la vergogna dei protagonisti, abbia degli elementi voyeuristici.</p> Davide Belgradi Copyright (c) 2023 Davide Belgradi https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232285 Sentire umano, sentire cosmico https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2286 <p style="font-weight: 400;">L’articolo si propone di indagare la concezione dei sentimenti (Gefühle) che Ludwig Klages, pensatore sui generis all’interno del panorama intellettuale del suo tempo, ha abbozzato all’interno della sua “fenomenologia” di stampo antipsicologista. Per fare ciò, si inizierà con il tracciare una breve panoramica del suo pensiero, fondato sulla dicotomia anima-spirito (Seele-Geist) e radicato in una concezione patico-ricettiva della soggettività.</p> <p style="font-weight: 400;">Il contributo proseguirà con un approfondimento sul concetto di Eros, definito da Klages “elementare” e “cosmogonico”, che costituisce un caposaldo del suo impianto metafisico. Uno degli obiettivi del lavoro sarà quello di illustrare le ragioni per cui proprio l’Eros, nella sua assoluta centralità e unicità, appaia molto diverso da qualunque altro sentimento, non lasciandosi affatto comprendere mediante le stesse categorie atte a descrivere i Gefühle.</p> <p style="font-weight: 400;">Infine, attraverso l’analisi di affinità e differenze tra l’Eros e gli altri sentimenti, si cercherà di mostrare come Klages riservi uno spazio del tutto peculiare alla sfera dell’affettività, assegnandole di fatto una funzione ontologica fondamentale all’interno della sua filosofia.</p> Sara Borriello Copyright (c) 2023 Sara Borriello https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232286 Amore e melodramma nella narrativa di Jonathan Safran Foer https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2287 <p>Muovendosi all’interno della cornice culturale metamoderna, il saggio esplora la narrativa di Jonathan Safran Foer focalizzandosi sulle specifiche modalità discorsive attraverso le quali il tema dell’esperienza emozionale dell’amore viene rappresentato. Particolare attenzione sarà dedicata ai fenomeni enunciativi, alla costruzione di trame reticolari e ai processi metadiegetici.</p> Federico Bortolini Copyright (c) 2023 Federico Bortolini https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232287 Il cronotopo della paura https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2288 <div> <p class="Capoverso">Per comprendere al meglio le caratteristiche della <em>paura</em> è necessario riflettere sulle dinamiche temporali dell’uomo e sulla necessità per l’uomo di elaborare un’identità narrativa. La <em>paura </em>infatti si rivela come un disturbo di tale elaborazione e quindi dell’organizzazione <em>cronotopica </em>della vita umana. La narrazione, in virtù del suo ruolo modellizzante, può anche riprodurre le dinamiche temporalmente problematiche della <em>paura</em> e imporne la fruizione al lettore. In particolare, la soluzione della <em>suspense&nbsp;</em>assolve a questo scopo, attraverso un conflitto tra dinamica emotiva e dinamica cognitiva che può far emergere le varie forme della <em>paura</em>, dall’<em>ansia </em>fino al <em>terrore</em>. Grazie a un’analisi comparata di due celebri passaggi di Hitchcock – tratti da <em>Notorious </em>e <em>Gli uccelli </em>– e di due racconti letterari – <em>Il cuore rivelatore </em>di E.A. Poe e <em>Lettere dalla provincia </em>di T. Landolfi – è possibile chiarire nella maniera migliore le dinamiche specifiche che entrano in gioco.</p> </div> Gianni Crippa Copyright (c) 2023 Gianni Crippa https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232288 “Meat to be Delivered” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2289 <div><span lang="EN-US">The article examines the role played by readers’ engagement with characters in their interpretive strategies of physical and moral disgust, by taking as its point of departure the concept of “character-centered illusion” developed by Marco Caracciolo. Through my case studies – the novel <em>Blonde </em>(2000) and its film adaptation (2022) – I attempt to show how formally and thematically similar works may produce a different reception of disgust, depending on a different structural juxtaposition between empathetic perspective-taking and cognitive dissonance toward their protagonist, Norma Jeane. In my comparative analysis I focus on a range of formal and thematic strategies adopted by the two works to elicit disgust in their recipients, distinguishing between differential and medium-specific techniques. I then examine how the two works foreground Norma Jeane’s fractured identity and altered state of consciousness as a means of problematizing readers’ engagement with her. While highlighting the continuities between the novel and the movie, I suggest that the latter disrupts the effective balance between empathy and cognitive dissonance of the former by relying heavily on the conventions of the psychological horror and Norma Jeane’s hallucinatory and delusional states, thus forcing a switch in viewers’ interpretive strategies. </span></div> Gabriele D'Amato Copyright (c) 2023 Gabriele D'Amato https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232289 Disegnare l’indicibile https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2290 <div> <p class="Capoverso">All’interno del dizionario medico, il <em>panico </em>è definito come “senso di forte ansia”, e l’<em>attacco di panico </em>viene descritto come una manifestazione di ansia incontrollabile o un picco di paura. Quando si manifesta, può portare a comportamenti irrazionali, insieme a una serie di sintomi fisici. Per queste ragioni, il panico viene identificato in molti casi come un’emozione difficile da raccontare efficacemente e per descriverlo si ricorre a metafore e similitudini. Anche le modalità di rappresentazione attraverso i media possono essere disparate e fare ricorso a strategie <em>medium specific</em>. Tra i tentativi svolti in questo senso, figura il medium fumetto: in quanto sia narrativo che visuale, il linguaggio dei <em>comics</em> si presta per raccontare un episodio con un forte fattore emotivo che coinvolge profondamente il corpo di chi lo sperimenta. Rivolgendoci alla produzione italiana contemporanea, sono stati individuati tre testi a fumetti che affrontano la rappresentazione dell’attacco di panico, di cui verrà proposta un’analisi, andando a discutere di quali strategie grafiche e stilistiche il medium dispone per raccontarlo, con particolare attenzione alla rappresentazione dei corpi e alla loro gestualità, come anche alla loro manipolazione attraverso il disegno e all’effetto di <em>embodiment</em> che può essere suscitato.</p> </div> Rodolfo Dal Canto Copyright (c) 2023 Rodolfo Dal Canto https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232290 “C’est là ce que nous avons eu de meilleur!” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2291 <div> <p class="Capoverso">Il saggio ha l’obiettivo di proporre un modello per definire i modi in cui la nostalgia può essere rappresentata all’interno di uno storyworld. Dopo un’introduzione volta a contestualizzare alcune caratteristiche fondamentali della nostalgia, la prima parte dell’articolo si focalizza sullo sviluppo del modello teorico, declinato nei due modi della nostalgia del personaggio e dell’ambiente. La seconda parte dell’articolo analizza un caso di studio romanzesco, <em>Underworld</em> di Don DeLillo, alla luce del modello proposto, con il fine di dimostrare che, in alcune narrazioni contemporanee, la nostalgia possa emanciparsi dalla superficialità astorica a cui è stata condannata dai teorici del postmodernismo, tra cui Fredric Jameson.</p> </div> Luca Diani Copyright (c) 2023 Luca Diani https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232291 Il peso del cuore: Raskolnikov e Stavrogin https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2292 <p style="font-weight: 400;">L’articolo si propone di analizzare i sentimenti della colpa e della vergogna in <em>Delitto e Castigo</em> (1866) e <em>I demoni</em> (1873) di Dostoevskij. Il focus viene posto sui protagonisti, Rodion Romanovič Raskolnikov e Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin, e su come la colpa e la vergogna scavino all’interno della loro anima, logorandola, tormentandola e, infine, distruggendola. Lo studio dei personaggi non si limita a ricostruire le loro azioni, ma per capire il loro presente, viene posta un’attenzione importante anche sul loro passato, soprattutto sulla loro infanzia e sul rapporto con le madri, figure entrambe estremamente narcisistiche. La principale differenza tra i due, che è poi il punto nevralgico della ricerca, è l’epilogo: perché Stavrogin si dà la morte, mentre Raskolnikov riesce a chiedere perdono?</p> <p style="font-weight: 400;">Infine, per meglio comprendere i termini di colpa e vergogna all’interno dei romanzi, verrà utilizzato un approccio filologico ed etimologico che mira a ricostruire l’essenza dei termini russi.</p> Silvia Forzani Copyright (c) 2023 Silvia Forzani https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232292 Trial and testimony of sense of guilt in Nina Yargekov’s Vous serez mes témoins https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2293 <div> <p class="Capoverso"><span lang="EN-US">Since the last decades of the 20th century, there has been a growing interest in the study of emotions. The emotional turn (T. Anz 1999) has not only involved psychology (K. Oatley 2004, P. Ekman 2003, K. Scherer 2009) but is a true interdisciplinary approach (Affective Sciences). The sense of guilt, first studied in psychology by Freud in <em>Mourning and Melancholy</em> (1917), is a complex secondary emotion (C. Izard 1977) that is generated by the relationship with society and its norms and is therefore defined as self-reflexive, for it implies that the individual reflects on him/herself within his/her social context. In <em>Vous serez mes témoins</em> (2011), the French-Hungarian writer Nina Yargekov approaches the theme of the sense of guilt over the suicide death of her best friend Élodie. Balancing between a court testimony and a diary of mourning, the novel tells the story of a court trial where the narrator is accused of an unusual fraud: the simulation of mourning. The novel becomes simultaneously the courthouse and the diary in which to record the sense of guilt in a neurotic and chaotic manner. A painful writing full of fiction and humour, which thanks to the skilful use of parody and pastiche makes possible the literary transposition of what can hardly be said and understood.</span></p> </div> Julia Kritsikokas Copyright (c) 2023 Julia Kritsikokas https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232293 I diavoli e Dante: paura, identità e “sconfinamenti” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2294 <p style="font-weight: 400;">Il presente articolo tenta di analizzare la paura e l’angoscia che emergono in due gruppi di canti della <em>Divina Commedia</em>: la “tragedia” alle porte di Dite (Inf. VIII-IX) e la “commedia” o “farsa” della quinta Bolgia (Inf. XXI-XXIII), nei quali le emozioni di Dante e Virgilio, che subiscono le aggressioni dei diavoli, giocano un ruolo centrale nella narrazione. Se da un punto di vista teologico l’esperienza della paura indica il rischio per l’<em>agens</em> di cedere a una peccaminosa disperazione della Salvezza, si può tentare di una lettura più sottile dei due episodi: su un piano più specificamente filosofico, infatti, la paura sembra costituire una situazione emotiva attraverso la quale l’<em>agens</em> può, in termini heideggeriani, aprirsi alle proprie possibilità superiori e oltrepassare se stesso.</p> Paolo Pizzimento Copyright (c) 2023 Paolo Pizzimento https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232294 Catching Ecstasy https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2295 <p style="font-weight: 400;">The article starts recalling the barthesian notion of <em>Tangibilia</em>, referred to the concrete detail’s device present in Japanese <em>haiku</em>, explicitly related to the <em>Recherche</em>. By retracing earlier Proustian texts it’s shown the persistency of his tension toward this styleme conceived as key of an emotional writing, up to its complete realisation in the <em>Recherche</em>. In this <em>œuvre</em>, thanks to a finally defined conceptual architecture, the detail is invested by the idea of Time; at once, it decisively contributes to structure it and to make it communicable through the instant of Ecstasy. The article concludes with a brief review of interdisciplinary perspective about the detail. It also proposes a possible resolution to Barthes’ problem of passing from Notation to Novel, suggesting that the latter could be considered a producer, more than a container, of the former.</p> Giovanni Salvagnini Zanazzo Copyright (c) 2023 Giovanni Salvagnini Zanazzo https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232295 Scrivere per sentirsi meno soli https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2296 <div> <p class="Capoverso">La tristezza è una cifra delle narrazioni postmoderne, e la depressione un tema sotteso a molti romanzi e racconti della seconda metà del Novecento. In tre racconti statunitensi, tristezza e depressione sono trasfigurati con effetti stranianti e finali spiazzanti.</p> </div> <div> <p class="Capoverso">Come le novelle, i racconti brevi accumulano strutturalmente la tensione sul finale (Šklovskij 1968) e si basano spesso sul disvelamento conclusivo: accade così per <em>Il pallone</em> di Donald Barthelme (1968), in cui la storia surreale di un pallone che lentamente invade la città è metafora della tristezza del narratore per la lontananza dell’amata, e lo straniamento viene normalizzato solo nella frase finale; nell’<em>Uomo felice </em>di Jonathan Lethem (1996), la depressione è rappresentata in maniera straniante come l’immersione in un videogioco a tema inferno, da cui il protagonista riemerge per periodi sempre più brevi; in <em>Caro vecchio neon </em>(2004), di David Foster Wallace (che considerava <em>Il pallone</em> il racconto per cui era diventato uno scrittore), diegesi e realtà si confondono e il racconto dal punto di vista di un suicida viene inevitabilmente letto oggi alla luce delle vicende biografiche dell’autore, morto suicida nel 2008 dopo una lunga depressione.</p> </div> <p>David Foster Wallace ha dichiarato che la letteratura serve a sentirsi meno soli, e questi tre racconti rappresentano un percorso che parte dalla tristezza come tema narrativo (Barthelme), che con Lethem fa della letteratura lo strumento per “rendere il familiare strano” (Wallace), in modo da consentire al lettore di mettere a fuoco, attraverso lo straniamento, una condizione di difficile comprensione. Con il racconto di Wallace – così come con il suo&nbsp;<em>Infinite Jest&nbsp;</em>e altri suoi scritti –, il racconto della morte dal punto di vista di un suicida, lungi dall’essere un esercizio di funambolismo letterario, erode il confine fra realtà e letteratura, in un fulgido esempio di sincerità narrativa lontana dal luogo comune del postmodernismo come pastiche privo di contenuti.</p> Carlotta Susca Copyright (c) 2023 Carlotta Susca https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232296 “Rimescolarsi il sangue” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2297 <div> <p class="Capoverso">Il contributo indaga la rappresentazione della colpa nelle <em>Benevole</em> (2007) di Jonathan Littell e nel <em>Demone a Beslan</em> (2011) di Andrea Tarabbia. L'analisi coglie in primo luogo le forme tramite cui essa si manifesta nei testi: in Aue, si assiste a una serie di somatizzazioni (dissenteria, vomito) innescate dagli eventi di guerra cui prende parte; in Marat, il rimorso per le vite stroncate dall'attentato si concretizza nei due demoni che gli appaiono durante la notte. In seguito, viene preso in considerazione l'aspetto della ricezione: l'esibizione della sofferenza da parte di chi parla innesca nel lettore un processo cognitivo complesso e contraddittorio, data la natura negativa delle voci narranti (un nazista e un terrorista). Proprio questo vincolo empatico, però, è la premessa necessaria per accogliere la riflessione sul Male che le finzioni testimoniali portano avanti.</p> </div> Andrea Suverato Copyright (c) 2023 Andrea Suverato https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232297 “Quelle cose che non voglio leggere, perché non voglio nemmeno immaginarle” https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/article/view/2298 <div> <p class="Capoverso">L’articolo esamina il ruolo del disgusto nelle recensioni di Goodreads e Amazon a <em>Le ripetizioni </em>di Giulio Mozzi. Dopo una ricognizione sul ruolo delle emozioni nel discorso critico, si nota come il disgusto sia un’emozione preminente nella ricezione dell’opera e si lega questo aspetto alla problematica morale. Attraverso una comparazione con <em>Le Benevole </em>di Littell e sviluppando uno spunto di Mario Barenghi, suggeriamo che questo accada in quanto il fruitore non esperisce empatia negativa e non riesce a ricomprendere il disgusto in una dimensione interpretativa complessiva.</p> </div> Marco Tognini Copyright (c) 2023 Marco Tognini https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0 2023-12-09 2023-12-09 8 10.14672/20232298