Psicologia dello Sport e dell’Esercizio https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse <p><strong><em>Psicologia dello Sport e dell’Esercizio </em>(PSE)</strong> è la nuova rivista organo ufficiale dell’Associazione Italiana di Psicologia dello Sport e dell'esercizio (AIPS).<br />Nel 2024 abbiamo deciso di cambiare forma alla rivista e trasformarla in una rivista Open Source ma il passato di questa rivista è quanto mai ricco.<br />La nostra associazione ha da sempre contributi alla diffusione del sapere scientifico prima con il Giornale Italiano di Psicologia dello Sport (GIPS) e successivamente con la versione cartacea del PSE, edita da Calzetti e Mariucci a partire dal 2020.<br />I tempi cambiano tuttavia e anche la rivista ha deciso di trasformarsi passando dall'edizione cartacea (di cui sono stati pubblicati 6 numeri) all'edizione Open Access.<br />Lo spirito tuttavia rimane lo stesso. Ci piacerebbe che la rivista PSE rappresentasse un rinnovato strumento di crescita della psicologia dello sport e dell’esercizio, attraverso scambi di esperienze, divulgazione di studi e ricerche, approfondimento di tematiche anche ad ampio respiro. <br />La divulgazione open ci permette di raggiungere un pubblico più vasto e di dare così modo alla ricerca italiana nel campo della psicologia dello sport e dell'esercizio fisico di trovare una sua collocazione scientifica nel panorama internazionale.<br />Questa rivista adotta il sistema Open Access, il che implica che tutti i contenuti sono liberamente accessibili senza alcun costo per l’utente o la sua istituzione. Gli utenti hanno il permesso di leggere, scaricare, copiare, distribuire, stampare, cercare o collegare i testi completi degli articoli, nonché utilizzarli per qualsiasi altro scopo legittimo, senza la necessità di ottenere il consenso preventivo dell’editore o dell’autore. La rivista è pubblicata sotto licenza Creative Commons BY 4.0. Gli autori che pubblicano sulla Rivista mantengono il copyright sui contenuti.</p> Ledizioni it-IT Psicologia dello Sport e dell’Esercizio 3103-1684 <p>CC BY-NC-SA 4.0<br /><a href="https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/legalcode.it" target="_blank" rel="noopener">More info</a></p> <p>Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:</p> <ol> <li class="show">Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell’opera, contemporaneamente licenziata sotto una Licenza Creative Commons – Attribuzione che permette ad altri di condividere l’opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.</li> <li class="show">Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell’opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.</li> <li class="show">Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poiché può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell’opera pubblicata.</li> </ol> La conoscenza delle abilità mentali da parte degli atleti di arrampicata (specialità boulder) e valutazione del loro impatto sulla prestazione di gara https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2647 <p style="font-weight: 400;">Il risultato della prestazione di una gara di arrampicata è determinato dall’integrazione di numerosi fattori; insieme agli aspetti fisici, tecnici, tattici e condizionali, anche le abilità mentali giocano un ruolo determinante. Il presente studio nasce con l’obiettivo di approfondire quest’ultimo aspetto all’interno della disciplina del boulder, esplorando il livello di conoscenza e consapevolezza della componente mentale da parte degli atleti e il suo coinvolgimento durante l’attività di gara così come percepita dagli atleti stessi.<br>A tale scopo, è stato chiesto a 45 atleti di élite appartenenti alla squadra nazionale italiana giovanile e senior di arrampicata sportiva di compilare un questionario retrospettivo sugli aspetti emozionali, cognitivi e comportamentali relativi ad alcune tipiche situazioni di gara. Dall’analisi dei dati emerge un quadro sufficientemente ricco circa il rapporto tra gli atleti e la componente mentale della prestazione. Nonostante emerga negli atleti un discreto livello di consapevolezza sul ruolo delle abilità mentali in gara, sembra non essere sufficientemente sviluppato quel livello di competenza necessario a far fronte alle criticità.&nbsp;</p> Roberto Bagnoli Alberto Cei Cristiana Conti Copyright (c) 2025 Roberto Bagnoli, Alberto Cei, Cristiana Conti https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-01-17 2025-01-17 2 Il ruolo del genitore nello sport: confronto tra calcio e tennis https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2788 <p>Questo articolo approfondisce il ruolo dei genitori nello sport giovanile italiano, ampliando il lavoro di Costa et al. (2020) e basandosi sul modello di Fredricks ed Eccles (2004), che identifica tre ruoli principali dei genitori nello sport: fornitori, interpreti e modelli.<br />Gli obiettivi della ricerca sono individuare le caratteristiche essenziali che un genitore dovrebbe possedere sia nel calcio che nel tennis, esplorando differenze e somiglianze tra i due contesti sportivi.<br /><span style="font-size: 0.875rem;">Lo studio ha coinvolto 109 genitori di giovani calciatori provenienti da 5 società sportive e 116 genitori di tennisti appartenenti a 10 circoli.<br /></span>Utilizzando il Profilo di prestazione di Butler, è stato analizzato il punto di vista dei genitori sulle qualità ideali per il loro ruolo. I termini raccolti sono stati sottoposti ad analisi interpretativa e sono state calcolate frequenze e medie per identificare le caratteristiche principali e le aree in cui i genitori si percepivano più competenti.<br />Le caratteristiche emerse sono state organizzate in sei macrocategorie legate a concetti teorici come la Teoria dell’autodeterminazione, l’Intelligenza emotiva e i Bisogni genitoriali. Altre tre categorie riflettono i ruoli del genitore: Disponibilità, Guida nel percorso e Leadership genitoriale.<br />I risultati sottolineano l’importanza di considerare i genitori come partner attivi nel percorso sportivo dei figli. L’articolo propone l’adozione di percorsi pratici e workshop per favorire una maggiore collaborazione tra genitori e allenatori, migliorando il supporto ai giovani atleti. Questo approccio può contribuire a creare un ambiente più positivo e costruttivo nello sport giovanile, promuovendo il benessere e la crescita degli atleti.</p> Sergio Costa Lorenza Ruscasso Alessia Peretto Copyright (c) 2025 Sergio Costa, Lorenza Ruscasso, Alessia Peretto https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-04-02 2025-04-02 2 Come stai? Un protocollo di monitoraggio multidimensionale e innovativo per due giovani atleti di karate https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2823 <p>Il monitoraggio multidimensionale degli atleti, che comprende parametri fisiologici, psicologici e</p> <p>prestazionali, è fondamentale per la preparazione sportiva e per prevenire problematiche come la Sindrome di Overtraining (OTS). In questo studio, due atleti di 15 anni, una femmina (Atleta 1) e un maschio (Atleta 2), hanno partecipato ad un programma di monitoraggio di un mese, comprendente due gare regionali (Gara 1 e Gara 2). Ogni settimana sono stati misurati la variabilità della frequenza cardiaca (Heart Rate Variability, HRV) prima e dopo allenamenti di karate e prove di concentrazione e somministrati questionari, tra cui il questionario per il recupero da stress in atleti (Recovery Stress Questionnaire for Athletes -36 SportRESTQue-36). Le analisi statistiche hanno incluso un test Mann-Whitney U e un controllo post hoc con il metodo di Bonferroni (p&lt;0.025) sui valori della deviazione standard degli intervalli R-R (SDNN) e della radice quadratica media delle differenze successive (RMSSD) dell'HRV, e percezione di fatica. I risultati evidenziano una diminuzione dell'RMSSD nelle settimane T1 e T2 rispetto a T0, seguita da un aumento in T3. Nonostante un buon tono vagale nella settimana di Gara 2 entrambi gli atleti hanno riferito un maggiore affaticamento rispetto a T0. Questi dati suggeriscono che il carico interno percepito fosse maggiore rispetto a quello esterno, al quale gli atleti potrebbero non essersi adattati completamente. Questo evidenzia l’importanza di sviluppare protocolli di monitoraggio personalizzati per migliorare l’autoregolazione e il monitoraggio degli atleti, ottimizzando così la loro performance e riducendo il rischio di overtraining e infortuni</p> Valentina Tomaselli Emanuele Di Maria Irene Leo Copyright (c) 2025 Valentina Tomaselli, Emanuele Di Maria, Irene Leo https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-03-24 2025-03-24 2 Protocollo SIDA: Prime Evidenze Empiriche e Nuove Prospettive di Ricerca nello Sport in Adolescenza https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2878 <p>In continuità con un precedente studio di Filippini et al. (2023) e tenuta in considerazione la letteratura scientifica di settore, tale lavoro nasce con l’intento di indagare l’impatto che la pratica di uno sport agonistico ha sullo sviluppo dell’identità in adolescenza. Al fine di raggiungere tale scopo si è deciso di somministrare la batteria SIDA, costruita precedentemente con due strumenti su scale Likert, rispettivamente l’AIMS di Brewer (1993) e l’AIQ di Anderson (2007) e uno strumento narrativo basato sulla teoria narrativa del sé di Bruner (1991). Successivamente, i dati sono stati analizzati da una prospettiva quantitativa attraverso l’ANCOVA, mentre per l’analisi qualitativa dei dati si è scelto l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (Chat-Gpt). Dall’analisi delle storie degli adolescenti del nostro campione si evidenzia che lo sport riveste una funzione fondamentale per la formazione della loro identità. In sintesi, l’attività fisica e il coinvolgimento in attività sportive svolgono un importante ruolo protettivo nella fase adolescenziale, in quanto, consentono ai ragazzi di integrarsi con maggiore facilità in una rete sociale, di sviluppare una maggiore sicurezza in sé stessi e di sviluppare efficaci strategie di coping. Un primo limite del presente studio è costituito dall’esiguità del campione, a cui si aggiunge quello relativo ai contesti sportivi da cui sono stati selezionati gli adolescenti. Poniamo come obiettivo futuro l’ampliamento del campione e al contempo la possibilità di valutare l’impatto di interventi psicoeducativi mirati ad aiutare i ragazzi a cogliere il significato profondo della loro esperienza atletica.</p> Valeria Cioffi Marco Filippini Carlo Acanfora Vincenzo Filoso Serena Ghenghi Nunzia Annunziata Gianmaria Granato Simona Verniti Fabiana Iacopino Enrica Tortora Raffaele Sperandeo Copyright (c) 2025 Valeria Cioffi, Marco Filippini, Carlo Acanfora, Vincenzo Filoso, Serena Ghenghi, Nunzia Annunziata, Gianmaria Granato, Simona Verniti, Fabiana Iacopino, Enrica Tortora, Raffaele Sperandeo https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-06-20 2025-06-20 2 Attacchi di panico ed escursionismo https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2705 <p style="font-weight: 400;">Gli attacchi di panico durante le escursioni in montagna sono fenomeni non rari, soprattutto in alta quota. Si manifestano con sintomi fisici (tachicardia, difficoltà respiratoria, nausea, vertigini) e psichici (paura di perdere il controllo, paura di morire), e possono insorgere in modo improvviso e intenso, talvolta innescati dall'ambiente montano. Fattori fisici come l'ipossia, la fatica e l'insonnia, uniti a condizioni stressanti, possono aumentare l'ansia e favorire le crisi. La somiglianza tra i sintomi degli attacchi di panico e quelli del mal di montagna acuto può rendere difficile distinguere le cause. Per questo, sarebbe utile che le guide escursionistiche ricevessero una formazione specifica sugli attacchi di panico, per riconoscerne i segnali e offrire supporto tempestivo. Allo scopo di fornire alle guide escursionistiche indicazioni pratiche per il primo soccorso, finché la crisi non si risolva o non si riceva aiuto professionale (clinico/terapeutico), nell’articolo vengono presentate le linee-guida per la gestione dell'attacco di panico di Mental Health First Aid Australia, basate sulle evidenze scientifiche e adottate in 26 Paesi, all'interno di corsi rivolti ai cittadini che intendono formarsi sull’assistenza a chi stia sperimentando un attacco di panico.</p> Mabel Morsiani Copyright (c) 2025 Mabel Morsiani https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-04-02 2025-04-02 2 Zico e l'impresa di Deca-Everesting https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/pse/article/view/2743 <p>L’Everesting è una sfida sportiva di ciclismo in alta quota: l’atleta deve affrontare un dislivello positivo di 8848 metri nel minor tempo possibile. Giacomo Pieri, detto “Zico”, tra il 28 giugno e il 10 luglio 2022 ha “sfidato i limiti umani”, affrontando un Deca-Everesting, aggiudicandosi il record mondiale. Il presente studio costituisce un assessment psicologico di Giacomo Pieri, in occasione di tale record di Deca-Everesting. Nell’articolo è analizzato il profilo psicologico dell’atleta attraverso la batteria CBA (Cognitive Behavioural Assessment); sono inoltre indagati il locus of control, lo stile di coping, le principali abilità mentali (codificate dall’Inventario Psicologico della Prestazione Sportiva: IPSS-48), l’ansia di tratto e l’ansia di stato dell’atleta. La batteria di test è stata somministrata antecedentemente allo svolgimento del Deca-Everesting, ad eccezione dell’ansia di stato: monitorata attraverso la somministrata della STAI-X1 (Stait Trait Anxiety Inventory – X1) al termine di ogni singolo Everesting (per un totale di dieci somministrazioni). I risultati ottenuti mostrano che l’atleta presenta: elevata stabilità emotiva, bassa paura percepita negli eventi sociali e assenza di sintomi ossessivo-compulsivi. Inoltre, Il locus of control dell’atleta è orientato internamente; tra le strategie di coping maggiormente adottate dall’atleta si evidenziano un marcato orientamento al problema ed elevata attitudine positiva. Dall’IPSS-48 emergono come punti di forza la “preparazione alla gara” e la “capacità di goal setting”; Il livello di ansia di stato, al termine di ogni Everesting, è lieve o basso (durante tutta la competizione), indice di particolare capacità dell’atleta di gestire gli stressor derivati dalla gara/impresa.</p> Luca Sighinolfi Aldo Spitti Paola Benedetti Mara Pezzoli Copyright (c) 2025 Luca Sighinolfi, Aldo Spitti, Paola Benedetti, Mara Pezzoli https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0 2025-02-24 2025-02-24 2