Cinghiali ferali. Politiche di natura nell’emergenza peste suina in Appennino (zona delle Quattro Province)
DOI:
https://doi.org/10.14672/ada20252pp69-86Parole chiave:
Cinghiali, ferale, antropocene, Appennini, PSAAbstract
In un contesto di multicrisi aggrovigliate, il virus della Peste Suina Africana (PSA) ha trasformato i significati sociali del cinghiale nelle politiche di emergenza e biosicurezza: da specie estinta per qualche decennio ad animale rappresentato socialmente come autoctono, interrelato alla storia ecologica e sociale dell’Appenino, e poi capro espiatorio e invasore mostruoso, all’interno di cornici belliche e di riduzionismo tecnico e veterinario. Mettendo a repentaglio l’industria dell’agrobusiness del maiale, le cornici ed economie belliche tornano alla ribalta in un dramma sociale che esplicita le molteplici politiche di natura da parte di diversi attori sociali. Il successo ecologico dei cinghiali mostra la necessità di accogliere le “prospettive” dei cinghiali nel “fare mondo”, dal momento che si fanno specchio ferale di successo del nostro spopolamento, abbandono e rimboschimento selvatico nelle aree interne.
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