Fumi di saldatura e rischio cancerogeno: riflessioni dallo S.Pre.S.A.L. dell’ASL CN2 nel quadro del Piano Mirato di Prevenzione “Rischio cancerogeno professionale”

Autori

  • Giuseppe Calabretta Direttore SC S.Pre.S.A.L. di Alba - Dipartimento di Prevenzione ASL CN2
  • Anna Anna Dirigente Medico SC S.Pre.S.A.L. di Alba - Dipartimento di Prevenzione ASL CN2
  • Alessandro Alessandro Dirigente Chimico SC S.Pre.S.A.L. di Alba - Dipartimento di Prevenzione ASL CN2

DOI:

https://doi.org/10.14672/bepsp202584-88

Abstract

I fumi di saldatura, in particolare quelli generati durante la saldatura dell’acciaio inox, sono classificati come cancerogeni di gruppo 1 dall’IARC, con forti evidenze che collegano l’esposizione a un aumento del rischio di cancro polmonare e altre neoplasie. Questo articolo discute il piano di prevenzione mirato attuato dallo S.Pre.S.A.L. dell’ASL CN2 per monitorare e ridurre l’esposizione professionale ai fumi cancerogeni della saldatura. Sebbene il monitoraggio ambientale sia essenziale, da solo non è sufficiente; il monitoraggio biologico è cruciale per valutare accuratamente l’assorbimento individuale di sostanze pericolose come il cromo esavalente e il nichel. La legislazione italiana (D.Lgs. 81/2008) impone ai datori di lavoro di adottare misure tecniche, principalmente sistemi di ventilazione con aspirazione localizzata, per ridurre al minimo l’esposizione e garantire una sorveglianza sanitaria continua dei lavoratori esposti. L’articolo rivede anche gli effetti acuti e cronici legati all’esposizione ai fumi di saldatura, comprese le malattie respiratorie e il cancro, supportati da dati epidemiologici e tossicologici. Le ispezioni sul campo rivelano lacune nelle pratiche preventive, sottolineando la necessità di strategie integrate e multidisciplinari che coinvolgano datori di lavoro, medici competenti e SPRESAL per proteggere efficacemente la salute dei lavoratori.

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Pubblicato

23-12-2025